Mi sono chiesto spesso quale, fra i vari momenti automobilistici che ho vissuto, sia il migliore.
Quindi, visto che giovedì scorso non sapevo che fare mi sono seduto, mi sono fatto una tazza di tè e ho iniziato a pensare. Ho provato a pensare a Milano, Roma, Londra, Las Vegas, Stoccolma e tutti gli altri posti dove ho guidato. Poi ho cercato di pensare alle auto che ho guidato. E dopo aver pensato molto, e aver bevuto molto tè, sono arrivato a una conclusione ben precisa. E ho paura che il momento migliore sia stato –tenetevi forte- in una, ehm…. Daihatsu.
Ma non si tratta di una normale e banale Daihatsu. Si tratta della spider due posti Copen. Un’auto che, fosse stata venduta con un marchio diverso, diciamo tipo BMW o Audi per esempio, sarebbe stata un successo. Non ho dubbi a riguardo.
Inoltre non la stavo guidando nel deserto del Sud Africa o in Costa Azzurra. Non stavo scorrazzando attraverso la Death Valley oppure scivolando sulle coste della Spagna. No. Stavo semplicemente guidando intorno a una rotonda nella mia città. Prato.
Una città di 180.000 abitanti come tante altre. Non c’è il mare qua. Ci sono alcune strade panoramiche e bei posti da vedere, sì, e anche qualche monumento degno di nota, ma quel pezzo di strada dove mi trovavo era letteralmente circondato da fabbriche. Il tetto era abbassato, le luci della notte accese e l’asfalto leggermente umido. Sul sedile del passeggero era seduta la più bella donna che abbia mai conosciuto. I suoi corti capelli rossi sofficemente scompigliati dal vento, i suoi occhi blu brillanti come sempre. E non stava sorridendo, stava piangendo dalle risate. Perché stavo guidando intorno alla rotonda di traverso. In un’auto a trazione anteriore.
La Copen garantisce la costante sensazione, e non sto scherzando né esagerando, di non avere alcun limite. Niente vincoli. Sempre interamente controllabile e prevedibile.
Quindi eccoci qua. Centinaia di migliaia di chilometri in giro per il mondo per guidare auto potenti e la mia migliore esperienza automobilistica l’ho avuta nella mia città. In una Daihatsu.