Tesla Roadster nel centro di Londra. Ottima idea ma non andate troppo vicino ai monumenti.

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Iniziamo dall’inizio. Che di solito è il punto migliore da cui partire.

E l’inizio si divide in due considerazioni. La prima è che il futuro dell’auto non sembra roseo, il petrolio, ci dicono, sta finendo, le case stanno correndo ai ripari ma le alternative sono poche e sono complicate. La seconda è che io odio le auto elettriche. Detesto non sentire un boato che scuote me, l’auto e l’aria intorno a me quando accendo un’auto, detesto il fatto che l’autonomia di un’auto elettrica sia, di solito, di trenta metri. Detesto il fatto che siano lente. Detesto anche chi pensa che allo stato attuale siano davvero “pulite” e utili perchè non lo sono. L’energia elettrica che le alimenta arriva sempre e comunque dal petrolio e aspettare quindici ore per ricaricarle per poter guidare per trenta metri non è un’alternativa valida ai cinque minuti che servono per un pieno di benzina.

Questo lo pensavo prima del mio ultimo viaggio a Londra, dove ho guidato la Tesla Roadster.

La Tesla Roadster è un’auto di tipo spider derivata dalla Lotus Elise, è completamente elettrica, alimentata da 6831 batterie del tutto simili a quelle dei computer portatili e produce circa 288 cavalli. Ma delle prestazioni parleremo fra poco.

La Roadster che sto per guidare è accesa. Lo so con certezza solo perchè io l’ho appena accesa. E’ completamente silenziosa, non ben insonorizzata nè discreta. Completamente silenziosa. Come sull’Elise, ci si siede molto in basso su sedili a guscio e come sull’Elise la visibilità è critica. La Roadster, oltre che nell’aspetto (anche se la Tesla è più larga e lunga della piccola inglese), purtroppo somiglia all’Elise anche negli interni. La Tesla costa 120.000 e alcune finiture, i materiali, i montaggi e la dotazione non sono certo all’altezza del prezzo.

Finalmente premo il tasto D (Drive) e parto. L’auto si muove in avanti, ancora senza nessun rumore, il che è drammatico. Quando guidi un’auto con un motore potente a benzina sai quello che sta per succedere, sai cosa ti aspetta se premi gas a fondo. La Tesla invece non ti prepara all’incredibile possenza con cui ti spinge in avanti. La strada davanti a me è sgombra e larga. Premo gas tenendo ben saldo il volante.

L’auto emette un sibilo simile a quello di una turbina. Tutto il mio corpo viene schiacciato con violenza sul sedile. I muscoli del collo lavorano duro e fanno fatica a tenere lo scheletro integro. Londra si muove indietro. La Roadster non accelera in avanti nella strada, accelera nel futuro. C’è una sola marcia, costantemente innestata. Questo vuol dire che basta premere il pedale del gas e l’auto arriva da 0 a 100 in 3,7 secondi e prima ancora che possiate rendervi conto di quanto va forte siete già a 200 km/h, la velocità massima autolimitata. Il motore spinge con una prepotenza sensazionale da 0 a 14.000 giri. Senza sosta nè esitazione.

E’ epicamente, incredibilmente e sinceramente veloce. Dopo un paio di strade secondarie eccomi nel caos di Londra, a Knightsbridge, per essere precisi. Guido accanto a Harrods e tutti si girano a guardarla. Si legge nei loro sguardi la domanda: “e questa che diavolo è?”

La Tesla è molto bella. Ha un’aria un po’ infantile, quasi fosse un giocattolo, ma allo stesso tempo è imponente e richiama rispetto. Impossibile non darle una seconda occhiata. E poi una terza. E una quarta….e una centoquarantasettesima.

Per contenere il peso maggiore rispetto alla Lotus (che pesa appena 860 kg) dovuto alla presenza delle batterie, la Roadster è costruita con telaio in alluminio e carrozzeria in fibra di carbonio. Il risultato è una leggerezza, seppure inferiore all’Elise, che la rende ugualmente agile e altrettanto veloce nella guida sportiva. Intendiamoci, la Lotus Elise è probabilmente una delle auto migliori al mondo in pista e tra le curve e la Tesla non può rivaleggiare, ma rimane comunque molto veloce e competitiva.

Guidare quest’auto è un’esperienza epica. E non intendo dal punto di vista automobilistico. Intendo in assoluto. Al pari di ammirare Zabriskie Point nella Death Valley o vedere Machu Picchu. Si fa davvero fatica a spiegare a parole quant’è divertente e strepitosa. E soprattutto quanto è veloce. Se mai ne avrete l’occasione, guidatela.

Un solo consiglio: se vi viene in mente di parcheggiarla vicino a un monumento Londinese per fare delle foto. Per l’amor del Cielo non fatelo.

Ringrazio il Tesla Store di Cheval Place, Londra per avermi messo l’auto a disposizione, e per la disponibilità, professionalità e cortesia dimostrate dalla Sig.na Rachel Konrad.
http://www.teslamotors.com/london

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3 risposte a "Tesla Roadster nel centro di Londra. Ottima idea ma non andate troppo vicino ai monumenti."

  1. Sono tendenzialmente d’accordo con il pensiero di Pagani… un bel rombo cupo proveniente da un motore di una bella auto sportiva è una goduria. Per chi ama i motori è una cosa assolutamente sublime. Se senti una Ferrari che spalanca il gas in rettilineo ti viene la pelle d’oca. Per non parlare di altre auto come la Aston, per restare nel tema inglese del post. E tutto cio è assolutamente paragonabile all’esempio della donna di cui parlava Pagani. Tuttavia penso che la critica sia mossa anche dal fatto che ci siamo abituati a vedere, sentire ed apprezzare auto di un certo tipo ossia sportive, a benzina, che consumano quanto un aereo. Se al posto del motore a scoppio ci fosse sempre stato quello elettrico adesso diremmo che le auto a benzina sono delle scatole che fanno un rumore fastidioso ed inutile e che fanno quel che hanno sempre fatto le auto elettriche. In definitiva qualsiasi persona (salvo quelle a cui non importa nulla di auto) penserà e dirà la solita cosa di Horatio Pagani almeno fino a che non si fermeranno a pensare che prima o poi il petrolio finirà e che quelle, volenti o nolenti, saranno le auto che nel futuro li porteranno a lavoro o a fare un giro la domenica oppure che quella è una filosofia di vita differente da quella che siamo abituati a vivere.
    Per fare un paragone, è come chi snobba Windows e sceglie Mac (ltretutto gasandosi perchè l’ha fatto – ma questa, benchè paragonabile a chi sceglie auto elettriche, è un’altra storia). D’altronde anche lo stesso slogan di Apple recita: “Think different”.

    1. Tu pensa che il mio sito oramai ha stabilito da sè che questo tuo commento andava bene e l’ha autorizzato di sua spontanea volontà! 🙂
      Non so quando il petrolio finirà, non so nemmeno quando saremo costretti a guidare auto “Pulite”. Non credo tanto presto. Ma non lo so. Quindi nel frattempo gustiamoci più V8, V10 e turbocompressori possibile!!!!!!!!!!

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