Un giorno durante un ordinario consiglio d’amministrazione, qualcuno deve aver fatto la domanda che molti intorno al tavolo cercavano di evitare: “Signori e Signore, che facciamo con Bugatti?”. Un mega-gruppo come VW non può permettersi che uno o più dei brand all’interno del proprio ventaglio non sia in linea con il mercato e con le esigenze finanziarie del gruppo stesso. Bugatti venne acquisita da VW nel 1998 e riportata in vita nel 2005 con Veyron, la prima auto di serie a superare i 400 orari.

Negli ultimi sedici anni, il brand di Molsheim si è evoluto creando un’intera gamma di hypercar con velocità massima oltre i 400 o addirittura 500 km/h (Bolide) e cartellino del prezzo sempre e solo a (almeno) sette zeri. Tutti i modelli Bugatti sono alimentati da un W16 8 litri che VW ha sviluppato espressamente per Veyron e modificato negli anni per mantenere il passo con tempi ma ormai questo non basta più, l’elettrificazione è inevitabile, nonostante alcune voci autorevoli nel mondo auto (Tavares, AD di Stellantis e Toyoda, AD di Toyota su tutti) stiano finalmente cercando di mettere le istituzioni davanti ai dubbi e le contraddizioni del propulsore elettrico.
Ma è troppo tardi, ed è troppo poco. Nel futuro immediato, salvo giravolte a 180 gradi francamente impensabili, le auto diventeranno elettriche e anche Bugatti seguirà questa linea. Ecco perché Volkswagen ha deciso di cercare la soluzione in casa, coinvolgendo Porsche e Rimac nel nuovo progetto che cambierà l’anima di Bugatti come la conosciamo.

Porsche possiede una fetta consistente del costruttore croato Rimac (24%), e i due brand formeranno una joint venture per incorporare Bugatti. Oliver Blume, amministratore delegato di Porsche, a Mate Rimac, AD e fondatore di Rimac, hanno firmato le carte e annunciato il nome del nuovo costruttore: si chiamerà Bugatti-Rimac e avrà sede a Zagabria, Croazia. Tutto ciò che riguarda propulsori e batterie verrà costruito in Croazia, mentre tutto il resto, incluso l’assemblaggio, avverrà nella fabbrica Bugatti di Molsheim in Francia.
L’idea era in piedi da tempo e adesso che i brand hanno finalmente trovato la quadra, bisognerà ‘solamente’ attendere le rispettive autorizzazioni burocratiche che coinvolgeranno, come minimo, Croazia, Germania e Francia. A joint venture completata, Rimac avrà in mano il 55% di Bugatti mentre Porsche avrà il 45% di Bugatti e il 24% di Rimac.
Rimac non è solo un brand di automobili ma è, anche e soprattutto, un produttore di batterie, piattaforme e propulsori elettrici e questo farà un enorme differenza in futuro. Allo stato attuale, ci sono ben sette auto che utilizzano tecnologia Rimac (Jaguar E-Type Zero, Audi E-Tron GT, Porsche Taycan, Pininfarina Battista, Cupra e-Racer concept, Koenigsegg Regera) e solo una fra queste è una Rimac (Nevera).

Ci sono diverse considerazioni ideologiche e tecniche da valutare quando si parla di elettriche – effettiva sostenibilità, smaltimento e produzione batterie, autonomia, infrastruttura – ma se la maggior parte di queste problematiche sono solo il risultato di una tecnologia ancora acerba e di conseguenza questione di tempo, rimangono due certezze, la prima è un dato di fatto e la seconda è un’opinione che però creda sia condivisa da molti.
Il dato di fatto: i costruttori producono elettriche perché viene loro imposto per legge. L’opinione: l’assenza di sound delle auto elettriche, a livello emozionale, è un problema vero e proprio, e va risolto.

questo articolo è stato precedentemente scritto e pubblicato per Italia News su Drivetribe