“My generation is zero, I never made it as a working class hero”
Così cantavano i Green Day qualche anno fa. Nel mondo auto, il Working Class Hero, l’eroe della classe operaia, è andato un po’ perso negli anni. E’ anzi avvenuto il contrario. Le auto si sono fatte più grandi, più ambiziose, più costose e sofisticate. Le “piccole” pepate sono sempre più pepate, ma sempre meno piccole. Grandi, potenti e iper-tecnologiche. Rimangono comunque un’ottima scelta, forse la migliore, perché la piccola sportivetta è l’unica auto che puoi davvero usare tutti i giorni e, dato che sono scattanti ma molto gestibili, ti puoi divertire senza rischiare di stamparti contro un palo. Il mercato ne è ricolmo. C’è un po’ tutto per tutte le tasche.
Ne abbiamo prese due e le abbiamo messe una di fronte e l’altra.
Suzuki Swift Sport.
La Suzuki Swift Sport è un’anomalia nel settore piccole pepate. Le “hot hatches”, come le chiamano i britannici. Se tutte le altre sono elitarie, tecnologiche e molto, molto potenti, la Swift si butta nella mischia come un cagnolino piccolo e scatenato che compensa le mancanze in potenza con aggressività e leggerezza. La Swift Sport ha “solo” 136 cavalli (contro i 200 della Clio RS) ma pesa appena una tonnellata.
E’ come una lince ubriaca. Si getta in curva e cambia direzione con facilità impressionante.
Il telaio (non all’altezza di quello della Clio) è ben fatto, le sospensioni rigide al punto giusto e i freni sono molto potenti.
Nell’abitacolo la differenza rispetto alla Swift standard è poca, qualche cucitura sportiva qui e là, sedili più profilati e non molto altro. La Swift è un’auto semplice, con pochi fronzoli e poche pretese. Anche il cambio è un inno alla praticità e alla facilità d’uso. E’ un manuale 5 marce. Niente sequenziali complicati, niente doppia frizione. Un piccolo motore, aspirato naturalmente, un cambio manuale, poco peso. Colin Chapman, “padre” della Lotus e soprattutto della filosofia “aggiungi leggerezza e semplifica” ne sarebbe entusiasta.
La Swift Sport è piuttosto semplice per essere la versione top della propria gamma, ma se volete una piccola sportiva, divertente e ben fatta, è difficile trovare di meglio in questa categoria di prezzo (parte da 18.200 €).
Renault Clio RS.
La “nuova” Clio (in commercio dal 2012), è probabilmente una delle migliori auto cittadine che possiate comprare. Soprattutto se la prendete modello “base”, perché costa il giusto e ha già (più o meno) tutto quel che serve, e niente che non serva. Rispetto alla precedente versione, quadrata e sobria, la linea è molto più intrigante, e più rotonda. E’ filante, in parte per come dissimula la presenza delle portiere posteriori, e complicata al punto giusto. La RS aggiunge dettagli come i fendinebbia che riprendono la forma della bandiera a scacchi stilizzata, simbolo delle Renault RS. E poi ne aggiunge ancora. Tagli qui, feritoie là, linee taglienti qui e là. Il giallo istituzionale Renault, lo stesso delle auto da F1 (colore che per qualche motivo piace tanto alle donne) si abbina bene al nero dei cerchi, forse un po’ meno bene al rosso delle cinture e di alcuni altri dettagli dell’abitacolo. Anche se personalmente rimango un fan del nero su nero su nero. Non si sbaglia mai.
Ma al netto dell’aspetto estetico, del sistema infotainment (come potete vedere dal video sotto al testo ↓) in cui sono presenti diagrammi e statistiche e cronometri e misuratori vari, quello che differenzia davvero la RS rispetto alla concorrenza è il telaio. La RS rimane composta in strada come in autostrada, alle basse velocità con cambi secchi di direzione così come alle alte velocità. E’ stabile, prevedibile, gestibile.
Il nuovo propulsore, un 1.6 litri turbo da 200 cavalli, come spesso accade in questi casi offre maggiori prestazioni e più efficienza rispetto al motore che va a sostituire (il 2 litri aspirato) e, sommato al telaio, rende la RS un’auto veloce e divertente. L’unico vero difetto, e molte altre riviste e siti web lo hanno sottolineato, è il cambio. Si tratta di un robotizzato doppia frizione. E’ piuttosto veloce nelle cambiate, ma è più lento nelle scalate e soprattutto, a volte fa la scelta sbagliata. E’ come se il cervello elettronico che lo gestisce fosse distratto, soprattutto in scalate non richieste. Ti aspetti rimanga in terza e scala in seconda. Le palette poi dovrebbero essere attaccate al volante, non al piantone dello sterzo, perché sarebbe una soluzione migliore nella guida in curva.
La Clio RS si porta a casa a partire da circa 24.000 € (29.000 € per il modello che vedete in foto), non è una cifra bassa in assoluto per una “piccola” city car. Ma con questo telaio, con questo cavallaggio e per questo prezzo non c’è nulla di meglio.
Clio RS e Swift Sport in realtà non sono auto particolarmente paragonabili. Hanno prezzi diversi, potenze diverse, origine diverse e blasone diversi. Ma su queste stesse pagine elettroniche (e ospite su duemotori.com) una volta abbiamo messo insieme una Lamborghini Gallardo Spyder e… una Daihatsu Copen. SOPRENDENTEMENTE, vinse la Gallardo.
testo & foto: Alessandro Renesis
thanks to: @Renault Italia