Quando Land Rover presentò la concept LRX al salone di Detroit nel 2008, il commento unanime di addetti ai lavori e appassionati fu incuriosito e positivo, ma scettico. “Bella. Ma non la faranno mai così.” e ancora, “Bella. Ma tanto la versione di serie sarà diversa.”
Il prodotto finale, la Range Rover Evoque messa sul mercato nel 2011, era praticamente identica alla concept, un’auto unica, nel senso che di rivali vere non ce n’erano allora e ce ne sono poche ora. Le case auto costruiscono, fanno e disfanno con l’occhio costantemente puntato verso la concorrenza, ma allo stesso tempo non hanno gran piacere nel vedere i propri veicoli paragonati ai rivali dalla stampa. Come concetto, e non insultatemi troppo, è la Mini Countryman la più simile all’Evoque, ma per ovvie ragioni (il prezzo, tanto per iniziare) le due non possono essere paragonabili. Anche la “cugina” F-Pace della Jaguar non è una vera rivale della Evoque perché è un po’ più grande e un po’ più costosa. La strategia di Land Rover, creare un’auto dall’aspetto futuristico, completa e che ha di fatto creato una nuova sezione di mercato, ha pagato dividendi. Letteralmente. Ne hanno vendute a tonnellate. Sull’onda del successo del “suvvettino” compatto di prestigio, Land Rover ha rilanciato, presentando la Evoque cabrio. E di nuovo molti, “Bella. Ma figurati se la fanno.”
L’hanno fatta. Ed è fantastica.
La Range Rover Evoque cabrio è una Evoque col tetto tagliato. Semplice. Nel senso che non ci sono complessi esercizi di stile e modifiche, c’è semplicemente un tetto in tela che scompare elettronicamente in pochi secondi rivelando un’auto che fa tanto lifestyle, come dicono quelli che se ne intendono al momento, e che accomoda quattro adulti (comodamente) o cinque (un po’ meno comodo quello seduto centralmente). Dal punto di vista delle motorizzazioni (Ingenium) e allestimenti non cambia moltissimo rispetto alla versione a tetto chiuso. Il modello che ho provato, il TD4 da 180 cavalli, è fluido ma non è un fulmine, anche perché l’auto è leggermente appesantita dai chili in più necessari per rinforzare il telaio “ammoncato” dal taglio del tetto. Non ci farete il tempo record sul ‘Ring, ma i 180 cavalli sono comunque più che sufficienti per muoverla con disinvoltura a Marina di Pietrasanta o sul lungomare di Portovenere, gli ambienti naturali di quest’auto.
La Evoque cabrio è, perdonate il tecnicismo, un’auto figa. Sa di esserlo, vuole esserlo e non si nasconde, e Land Rover non nasconde e non rinnega le proprie origini e vocazioni fuoristradistiche dotandola del fenomenale Terrain Response, il complesso sistema di trazione sviluppato in casa che consente alle quattro ruote motrici di analizzare, individualmente per ogni pneumatico e in ogni istante, terreno percorso e trazione disponibile, ripartendola e distribuendola per affrontare qualunque situazione, dallo sterrato alla sabbia, passando per neve e fango. Per il poco che ho visto funziona bene, e la Evoque si comporta persino meglio della sorella RR Sport, anche se va detto che su percorsi fangosi e soprattutto su sentieri stretti, quest’ultima paga dazio per dimensioni, ingombro e peso superiori.
La Evoque è un’auto sorprendentemente completa. Ci si può andare giù duri e crudi (e infangati), poi mettersi i guanti bianchi, lavarla e portarla sul lungomare.
E’ relativamente compatta quindi è persino semplice da parcheggiare. I prezzi partono da poco più di 53.000 € (quasi 57.000 se si vuole acquistare con questo propulsore nello specifico), che non sono pochi, soprattutto considerando gli inevitabili accessori da aggiungere, ma se potete permettervela, li vale tutti.
Ah, va bene di qualunque colore. Purché sia arancio.
testo, foto & video: Ale Renesis
grazie a Land Rover Italia e Dream Land di Agliana (PT) #myartofperformancetour