Londra, vista di profilo.

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Salve e benvenuti a Londra. Una città che praticamente chiunque ha visitato e che praticamente chiunque, e qui devo includere me stesso, sente propria. Sente di conoscere. Se non ci siete mai stati, e già questo sarebbe un evento raro, potrebbe tornarvi utile sapere che la Città che “era” comunque non esiste più da tempo. Il porto coriaceo e caldo che vi aspettavate di trovare ha lasciato il posto agli edifici di vetro e i glaciali uffici commerciali e banchieri in Canary Wharf e nella Isle of Dogs. Non troverete uomini baffuti con la giacca in tweed e calzoni con bretelle. Quello che troverete sono orde di Arabi molto ricchi e Mediterranei molto poveri. A partire dagli anni ’90 e culminando nella recessione di fine anni 2000, Londra è diventata l’America dei nostri tempi, la luce in fondo al tunnel per una generazione di Europei che non sapeva dove andare, e non aveva idea di come arrivarci. Nel caos e nella semi-quasi povertà generale, la capitale Inglese è diventata il rifugio, un hub di lavori sottopagati, per moltissimi giovani, inclusa una quantità incredibile di Italiani, che si è trasferita qui/lì per vivere insieme ad altre 26 persone in una casa che ne accomoderebbe 4 al massimo, a lavorare 18 ore come camerieri o baristi; la parte comica è che questo stile di vita non sarebbe tollerabile, da quelle stesse persone, in Italia. Quello che non vi mancherà a Londra saranno guide, non tanto della città ma di vita, le troverete in tutti quei giovani Italiani (e non solo loro) che hanno passato 25 anni di vita chiusi in una provincia, salvo poi passare 6 mesi a Londra ed emergere convinti di conoscere il mondo.

In realtà, cercare di fare il turista a Londra non è così facile, e sono pochi quelli che potrebbero aiutarvi. Così come chiunque conosca nella Città e qualunque Inglese abbia mai conosciuto, non ho mai visto il cambio della Guardia e non sono mai salito sul London Eye. Quello che bisogna riconoscere è che l’integrazione, parola tanto abusata di questi tempi, è riuscita decentemente a Londra. Non benissimo, ma il resto d’Europa sta facendo peggio. Il risultato è che Londra è la 24° città Polacca più popolosa al mondo, il tipo del supermarket è Indiano o Pakistano, il barista nel pub è Spagnolo o Italiano. Quello che Londra non ha quasi più, più che altro, sono i Londinesi.

Londra è una grande metropoli, ma non è molto amichevole. Provate a chiedere a chiunque ci abiti, tanto un amico che vive lì ormai lo abbiamo tutti, vi dirà che offre infinite opportunità ma rischia di schiacciarvi. Londra non condivide con Parigi quella teatrale e francamente irritante supponenza, né condivide con New York quella sbraitante impazienza, è semplicemente molto fredda. Nella lingua Inglese, ad esempio, ci sono dozzine di inflessioni per la parola “sorry” e solo una fra queste, vuol dire effettivamente scusa. Durante un tragitto in autobus, di recente, ho visto una donna di mezza età, anonima e leggermente sovrappeso, inveire verso l’autista, “Ma non hanno mai fine questi ‘improvements’”?

L’autentica voce di Londra. C’ho pensato e questo potrebbe effettivamente essere il motto della città.  Londra è, prima e più di qualunque altra cosa, un costante improvement, “miglioramento”. Stiamo lavorando per voi. I soldi dei contribuenti vengono educatamente e inesorabilmente (e costantemente) spesi in miglioramenti della viabilità e dei mezzi pubblici che, di fatto, la rendono lievemente peggiore ogni volta che ci vado. Intere linee della metro sospese, fermate che erano soppresse la prima volta che ci andai così come lo sono oggi, dieci anni dopo. Se parlate con gli Italiani che vivono là, si affretteranno a difendere la “City”, sostenendo che ci sono gli autobus sostitutivi e che la città funziona. Può darsi, ma se le stesse cose succedessero a Milano o Roma ci sarebbe il finimondo.

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Quello che Londra possiede, e quello che secondo me davvero vale la visita, (a parte i pub con relativa atmosfera, ma questo è un gusto personale) sono i parchi. Un po’ come gli Inglesi, i parchi sembrano casuali ma richiedono in realtà infiniti sforzi e lavori sotto-traccia. E tutte le papere sono notoriamente di proprietà della regina. Andate a Hyde Park e Kensington Gardens, dove c’è Peter Pan. La statua sulla banchina nella Serpentine è imperdibile, una delle statue più belle al mondo, realizzata da Sir George Frampton, commissionata da J.M. Barrie (baronetto e scrittore Scozzese) e posta lì letteralmente dalla sera alla mattina. Le statue di Londra sono eccezionali. Quando arriverete a Trafalgar Square, e indubbiamente capiterà, rimarrete impressionati dai Leoni e dalla Colonna di Nelson. Potrebbe anche piacervi George Washington appena fuori la National Gallery, un regalo dello stato della Virginia. E’ rimasto come eredità dall’ultima visita dell’ex presidente, Washington appunto, che giurò che non avrebbe mai più “messo piede a Londra”.

Il grande segreto di Londra, nascosto in bella vista, è il Tamigi. Sebbene i Londinesi non ci facciano molto altro a parte lamentarsene occasionalmente e organizzare tour turistici, è il motivo per cui esiste la città stessa. Londra è stata la più grande città del mondo e il Tamigi era la più grande fogna del mondo finché, nell’Inghilterra Vittoriana, venne costruito un sistema fognario vero e proprio, talmente efficiente che in effetti viene usato ancora oggi. Sono stati i Vittoriani ad aver costruito l’Embankment, e se avete occasione di fare solo una cosa nel vostro soggiorno, dovreste farvi un giro in traghetto dal centro città seguendo la corrente, verso il museo Marittimo e Greenwich, oppure in direzione opposta verso Oxford fino a Kew Gardens e Syon House.

La città offre sé stessa al meglio di notte, o con la pioggia, o lungo le rive del fiume. Londra vi scorre accanto come un’esposizione geologica in movimento perché, a differenza di Parigi e soprattutto New York, il punto di vista sopraelevato non è il migliore possibile, anche se in un giorno di sole (relativamente rari, ma molto più frequenti di quello che vorrebbero farvi pensare) potete andare su per Primrose Hill o Hampstead Heath e guardare il panorama. Se proprio vorrete concentrarvi su un classico itinerario turistico, alla fine della fiera, l’accoppiata Big Ben + Houses of Parliament vista dal Westminster Bridge al tramonto è sempre notevole.

Il vero problema geografico e logistico di Londra, e di conseguenza lo è anche per i turisti, sono le dimensioni. Non è una città piccola e non è una citta pedonale. Ci sono possibilità di lunghe passeggiate ma non si può camminare da ovunque per ovunque, a meno che non abbiate un sacco di tempo a disposizione, gambe d’acciaio e un buon paio di robuste Brogues.

Londra è un’eccellente fonte e punto di partenza per un’escursione topografica e antropologica giornaliera. Visitare un pub a Camden Town e Croydon, e nello stesso giorno gustarsi un mokka-frokka-mappuccino a Fitzrovia o Knightsbridge (dove c’è Harrods, per intendersi) non è solo possibile, è consigliabile. Croydon, rinomata per le protesi al silicone, e già questo basta a descriverla, e poi a Nord-Est verso Newham, se volete un’esperienza pura di quel vecchio “hooliganism” che quasi non esiste più, che vive nell’ombra. Andate al Boleyn Pub all’angolo fra Green Street e Barking Road. L’epicentro delle scazzottate storiche, da alcuni ritenute mitologiche, tra gli hooligans del Millwall e quelli del West Ham. Nello stesso giorno, specularmente distante ma più vicina al cuore di Londra, questa volta a Ovest, prendete la District Line (quella verde) e poi la Northern (nera) o la Central (rossa) fino a Goodge Street, nel cuore di Fitzrovia, camminate verso Sud-Ovest, attraverso Marylebone o Soho fino a Belgravia o Knightsbridge, in un oceano di Aston Martin e Rolls Royce con targa Qatar o UAE. E’ un’esperienza esilarante. Quel che vi piacerà di Londra saranno i momenti anomali, le viste fuori dal contesto e dall’ordinario, i locali dove nessuno che conoscete era mai stato e nessuna guida vi aveva indicato, che diventeranno il vostro rifugio. Il mio è il pub Porcupine all’estremità di China Town, non lontano da Leicester Square. La Shepherd’s Pie va provata per crederci.

Molti visitano Londra per lo shopping ma a Bond Street, Oxford Street e Sloane Street troverete più o meno le stesse cose che trovate a casa vostra, solo molto sovrapprezzate. L’eccezione è Savile Row, che è anche incredibilmente Londinese. Un simbolo della città che era ed è visto che il vestito su misura è stato praticamente inventato qua.

Quindi assolutamente andate. Ma non aspettatevi niente. La città è lì per voi e non le dispiacerà accogliervi, come dicevano i “conductors” dei bus, l’equivalente in mobilità del buttadentro nei ristoranti turistici o del concierge di un hotel, “c’è sempre posto per una persona in più al piano superiore.”

Purtroppo nemmeno queste figure professionali esistono più. Anche quello è stato un “miglioramento”.


testo, foto & video: Alessandro Renesis

riproduzione riservata© – please don’t steal it

twitter: @PrinceAle

instagram: @A_Lookingbackthewaywehadcome

facebook: /leavemeflabbergasted17

Foto & video sul posto: Londra – Novembre 2006, Febbraio 2016

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