I geni del marketing ripetono che la qualità del prodotto ormai non conta più quando si tratta di vendere; non perché non sia importante, ma perché per il cliente ormai è data per scontata. Ed è vero.
Piaccia o non piaccia, è il marketing che genera vendite oggi. E il marketing è democratico nel fare il dittatore, nel senso che non risparmia nessuno, è subdolo, narciso e soprattutto ripetitivo. La pubblicità vende, e vende quando è fatta bene. Quando si crea il feeling con il cliente, un’illusione di familiarità che deriva dal rendere partecipe il potenziale compratore nell’attività aziendale.
Ecco perché tutto passa dal nome. Spesso se non sempre.
Non so se Apple abbia avuto il diritto legale di brevettare la lettera “i” minuscola davanti al nome del prodotto, e se fosse legalmente brevettabile spero lo abbia fatto perché nell’ultimo decennio nient’altro è stato così immediatamente “identificante” e forte, dal punto di vista dell’immagine, quanto un’i davanti. Ecco perché molti altri iProduttori hanno commesso l’iErrore di non creare da iSubito qualcosa di simile. Ed ecco perché Infiniti ha finalmente preso la strada giusta perché tutte le sue auto oggi si chiamano Q.
Per fare un paragone, BMW si prese un impegno non indifferente molti anni fa con la produzione della Serie 1, difficile inventarsi una Serie 0,5. La Infiniti, con la Q30, lascia aperto lo spazio almeno ad altre auto da piazzare in gamma in futuro.
Al di là del giudizio (comunque positivo) sulla guida e dei dettagli tecnici, per questi vi rimando agli amici di Lifers, Blog’s & More, la Q30 è un’auto che va a occupare una/due categorie già molto affollate, la Q30 ha il merito di portare attenzione su Infiniti che, qualunque sia l’entità delle vendite, ha bisogno e voglia di cementare la propria presenza in Europa, essendo già ben integrata in Giappone e in Nord America.
La Q30, come ogni Infiniti che abbia mai guidato, è interessante e diversa da ogni altra auto della categoria in cui compete. Le Infiniti non sono mai banali e vengono scelte da chi non vuole amalgamarsi. Un po’ come chi compra Huawei, BlackBerry o Doogee.
Personalmente, aspetto e spero volentieri in una futura Q10. Che incidentalmente è anche il nome dello iSmartphone che io iUtilizzo. Un BlackBerry, iAppunto.
testo, foto & video: Alessando Renesis