Una figura androgina in piedi su un ponte, la bocca spalancata, le mani che tengono la testa, lo sguardo perforato dallo shock. In sottofondo c’è un cielo rosso-sangue. Per alcuni, un’immagine che rispecchia perfettamente il nostro tempo. Al di là dei suoi meriti artistici e da attrazione riempi-museo, la figura emblematica su un ponte che potrebbe essere sul mare come su un lago come sul niente si adatta a quest’era in cui giriamo tutti in tondo col GPS in tasca ma senza compasso, senza sapere bene dove andare. Tutti pieni di rabbia e frustrazione. Nel Maggio 2012, l’Urlo disegnato nel 1895 dall’artista norvegese Edvard Munch, è stato venduto alla storica e celeberrima asta Sotheby’s per 120 milioni di dollari diventando in qualche modo anche il portabandiera della nuova e moderna invasione scandinava.
I Vichinghi furono i primi a scoprire l’America, salvo poi abbandonarla perché non sapevano bene cosa farsene. Se solo Leif Erikson fosse stato più testardo o lungimirante oggi in America si parlerebbero Svedese e Danese e non Spagnolo o Inglese. Lasciati alle spalle i tempi dei tanto mitologici quanto violenti Vikingar/Vikinger, la Scandinavia si è ricollocata nel mondo come il picco del liberalismo e della libertà intellettuale.
Gli Scandinavi hanno tentato una nuova conquista del mondo, con mezzi diversi e risultati migliori. Gli Abba, i Lego, i salmoni norvegesi e svedesi, i telefoni Nokia, Zlatan Ibrahimović e Volvo, l’auto del popolo per chi proprio non ce la fa a comprare roba tedesca. Gli impianti stereo di alto livello, sia in abitazioni private che nelle automobili, arrivano dalla Danimarca, tra i best-seller di oggi si trovano Stieg Larsson e Jo Nesbø; il Noma, a Copenhagen, è da anni largamente considerato il miglior ristorante del mondo. Ci sono poi Christian von Koenigsegg, capace di costruire la prima e finora unica supercar ad aver messo in difficoltà Stig di Top Gear e la Zenvo, per poi concludere con H & M, presente in ogni centro commerciale del mondo ormai, e Ikea. Spotify e Skype, entrambi Svedesi. Termometro e gradazione Celsius? Da Anders Celsius, Svedese. Il pacemaker, il tetrapak, la cintura di sicurezza e persino la chiusura lampo (zipper), tutte invenzioni Svedesi.
Per molti, la Scandinavia è il Canada d’Europa. Il gigante buono del Nord, composto da stati che la maggior parte di noi non riesce a distinguere fra loro, persone il cui cognome finisce invariabilmente con -son e bandiere che cambiano di colore ma rimangono della stessa trama. Due ceppi linguistici e mezzo, Norvegese e Svedese sono simili, il Danese è un po’ diverso e il Finlandese (fa parte del ceppo Ugro-Finnico, così come Ungherese e Estone), una lingua impossibile che ha più comune con il Klingoniano che con le confinanti Russia e Svezia.
Da decenni ormai, in ogni classifica di quelle di cui vantarsi con aria di sufficienza, la Scandinavia arriva sempre prima. Copenhagen è a quanto pare la migliore città al mondo in cui vivere; la Finlandia può vantare un sistema sanitario e d’istruzione tra i migliori del pianeta, oltre a una vasta quantità di persone snelle e donne belle; la Norvegia è, per capita, uno dei paesi più ricchi del globo. Gli Scandinavi pagano volentieri le tasse spropositate che si ritrovano in cambio di un sistema burocratico efficiente e un welfare che funziona; assistenza sanitaria, istruzione, child-care, sistema pensionistico. Se questo non bastasse, gli Scandinavi sono gli unici ad essere riusciti ad alzare lo standard di vita senza aumentare il divario tra ricchi e poveri. A far da contraltare ci sono i dati sui suicidi, che francamente sono inquietanti. Forse interi mesi in cui il sole si fa vedere cinque minuti e torna a dormire alla fine impattano sull’umore.
L’Europa può essere metaforicamente e idealmente divisa in due. I protestanti, liberali, onesti del Nord contro i cattolici, corrotti, vanitosi del Sud. Nessuno si offenda, questa divisione è opinabile quanto volete, ma se prendete 100 europei chiedendo loro dove preferirebbero vivere fra l’integerrima, socialmente equa Danimarca o la corrotta, inefficiente Italia almeno 90 fra loro risponderanno, “Toscana, subito”. Inclusi i Danesi stessi.
La Scandinavia è il volto scolpito e magnetico di un’Europa in forte crisi d’identità. E’ la non-destinazione turistica Europea per eccellenza dopo la Germania. Tutti vogliono Francia, Spagna, Italia e Grecia ma poi sono Oslo, Copenhagen e soprattutto Stoccolma che si inseriscono stabilmente nelle classifiche di città più visitate d’Europa. Eppure se si parla di vacanza e viaggio tutti crediamo di sognare il caldo, vino rosso e vigneti. Provenza, Andalusia o Sardegna. Non ho mai sentito nessuno dire, “Ah, come vorrei essere a Växjö o a Moss.” Ma è chiaro che evidentemente qualcuno lo dice, perché Växjö (Svezia) e Moss (Norvegia) sono due fra le più recenti destinazioni Ryanair in voga mentre, tanto per fare qualche esempio, città come Granada in Spagna e Rimini in Italia non sono più servite da quella che ormai è diventata la principale compagnia aerea Europea.
I paesi Scandinavi conservano un approccio piuttosto indipendentista verso l’Unione Europea, inclusa la Norvegia che comunque non ne fa parte. Conservano gelosamente le loro tasse, promuovono il turismo in maniera leggera ma oculata e si tengono strette le loro valute nazionali (tranne la Finlandia che ha ceduto all’Euro) e i loro prezzi spettacolarmente alti.
Ricordo una volta di aver pagato l’equivalente di 12 € una birra media a Enköping. Ma ci sta, magari siamo noi poveri e non loro ricchi. Come mi disse una volta una ragazza Svedese, “Non ci sono poveri in Svezia, ma ci sono alcune persone che posseggono solo una seconda casa.”
parole & foto: Alessandro Renesis
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Stoccolma, Svezia – Agosto 2010, Agosto 2013