Drive → Top Marques 2014 e la Zenvo ST-1. P(review)

Top-Marques-Monaco-Week-26

In teoria, sto scrivendo queste righe da un camera d’albergo a Cannes, Francia. Ma parliamo della Danimarca, vi va? Vi verranno in mente il burro e Amleto e…poco altro. Questo piccolo e pacifico paesello che fa da cancello di passaggio tra la Germania e la Scandinavia è noto al resto del mondo per pochi ma significativi miglioramenti al pianeta. Dalla Danimarca provengono infatti i giochi per bambini più famosi al mondo (Lego) e gli impianti audio più tecnologici e costosi (Bang & Olufsen).

La situazione governativa è stabile e la corruzione è praticamente inesistente, l’economia è florida e il piccolo regno scandinavo si piazza sempre ai primi posti nelle statistiche e classifiche per qualità della vita e felicità, il prezzo da pagare per tutto questo è una tassazione straordinaria su redditi e beni di lusso. Il risultato, tanto per fare un esempio, è che una BMW Serie 3 che da noi parte da poco più di 30.000 euro in Danimarca si paga circa 50.

E a proposito, fino ad oggi, i danesi non avevano mai costruito un’auto. Dato che in Danimarca esistono più mulini a vento per capita che in qualunque altro stato della Terra e visto che la capitale Copenhagen è un paradiso per ciclisti e pedoni la scelta più logica per iniziarsi al mondo dell’auto sarebbe probabilmente una berlina di medie dimensioni, magari ibrida, con attenzione ai consumi e all’ambiente.

No. Neanche lontanamente. La Danimarca scende in campo schierando la Zenvo ST-1, una hypercar che monta un V8 da 6,8 litri e che sviluppa la stratosferica potenza di 1104 cavalli (dichiarati, sospetto in realtà siano un po’ meno). Il V8 è dotato di un compressore volumetrico e di un turbo. Che è un po’ come condire un chili di jalapeños con il Wasabi e una spruzzata di dinamite. Quindi l’auto è molto veloce, la velocità massima dichiarata è di 375 km/h. La Zenvo è anche incredibilmente indiscreta ed è una delle auto più appariscenti che abbia mai visto.

È bassa e tozza e larga e il colore istituzionale che la casa madre ha scelto per mostrarla al mondo non è il nero o il bianco o l’argento metalizzato: è un arancio fuoco che più vistoso non si può. Se avete 660.000 euro (tasse varie escluse) da spendere in una supercar e manie di protagonismo questa è l’auto che fa per voi.

E qui si intravede anche il primo e il più sostanziale dei problemi di quest’auto. Perché è difficile immaginarsi un milionario che rinunci ad acquistare una Lamborghini o una Ferrari o una Porsche o una Bugatti o un’Audi R8 o una McLaren o un Aston Martin, in favore di una hypercar che ha tutto da dimostrare, costruita da una casa automobilistica di cui nessuno ha mai sentito parlare.

Inoltre, la Zenvo non monta un motore particolarmente sofisticato, il telaio è fatto in comune (e pesantissimo) acciaio, le sospensioni sono tradizionali. Quindi quest’auto arriva al “grande” pubblico (ne sono state costruite solo 15) come risultato di una progettazione molto datata sviluppata con tecniche ancora più datate. Un’auto che arriva in ritardo all’ultima lezione di una materia che interessa a un numero sempre più ridotto di persone.

Come va? Non ne ho idea. Non l’ho guidata. Ho avuto il piacere (e il terrore) di affrontare un giro del circuito cittadino di Montecarlo in occasione dell’ultimo Top Marques (salone che si svolge nel Principato di Monaco in primavera ogni anno) come passeggero mentre alla guida del proiettile arancione c’era un tester della stessa Zenvo Automotive.

Al Top Marques, come ogni anno, erano presenti follie (in senso positivo) su ruote e, in alcuni casi, dotate di ali, rotori, eliche e timoni. Vorrei parlarvi delle fantastiche biciclette custom presenti allo stand, della Land Rover Defender preparata che aveva l’aria di essere in grado di resistere a bombe al napalm. E accidenti se vorrei parlarvi della strepitosa hostess bionda presente allo stand di Amber Lounge, evento itinerante che segue alcuni fra i più imporanti GP di F1 in calendario, (Abu Dhabi, Singapore e Monaco su tutti).

Vorrei anche parlarvi di Monstaka, elaboratore auto con sede in Francia. Alla Monstaka hanno pensato che la Nissan GTR fosse un po’… lenta, e allora le hanno regalato tre kit di elaborazioni fino a 1000 cavalli. Ho avuto la possibilità di fare da passeggero sulla versione più estrema. E’ impossibile regolare le ventole del clima, tale è la spinta che vi incolla ai sedili. Vorrei parlare di tutto questo, ma è stata la Zenvo a rubare la scena (e a rubarmi il cuore).

Il prossimo Settembre volerò a Præstø, ridente cittadina quasi impossibile da pronunciare e da trascrivere, nell’isola di Zealand, in Danimarca, e finalmente potrò guidarne una.

Quindi, visto il periodo di esami, la Zenvo è rimandata a Settembre.

zenvo


Principato di Monaco, Aprile 2014

testo e foto di A. Renesis

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2 risposte a "Drive → Top Marques 2014 e la Zenvo ST-1. P(review)"

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