Artimino con la Mercedes Classe S

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Non credo nell’invidia. Alcune persone sono più fortunate di altre ed è un fatto innegabile. Ah, beh possiamo andare avanti quanto vogliamo a parlare di pari opportunità, eguaglianza e impegno ma niente può cancellare la cruda e brutale verità. Alcuni ottengono su un piatto d’argento quello che altri non arrivano ad avere con impegno costante.
Guardate Cristiano Ronaldo, ha talento, il fisico scolpito e roccioso suggerisce che sia il primo a entrare in palestra per le sessioni di potenziamento muscolare, e la corsa e il passo inarrestabili suggeriscono che sia l’ultimo a scendere dalla cyclette quando si tratta di esercizio aerobico. Si allena, si impegna, gioca sempre, vince e ottiene risultati.
Sì, fino al momento in cui il signor Messi vince l’ennesimo pallone d’oro senza apparente sforzo.

Detesto Lionel Messi con la stessa energia che generalmente riservo all’odio cocente che ho per i carciofi e per chi guida a fari spenti quando piove, ma è innegabile che quando si tratta di talento calcistico, Lionel Messi è fortunato. C’è nato. A differenza, per esempio, di Peter Crouch, che è nato con tutta la grazia e il talento di una cassapanca.
Nel mio caso, sfortunatamente, all’anagrafe non faccio Briatore né Alonso. Vale a dire che non ho le capacità economiche né le capacità di guida per avere accesso libero all’oggetto (il viaggio non è un oggetto ma un’esperienza) che in assoluto adoro di più, ovvero l’auto.
Ma ho trovato un rimedio. Nonostante non sia in grado di riconoscere un ammortizzatore da un semiasse e con le abilità meccaniche di un Ostrogoto, sono riuscito a convincere (e convincerMi) di avere le giuste qualità giornalistiche per prendere in consegna un’auto che non potrei mai permettermi e restituirla integra.

“Devo scriverci un articolo” 9 volte su 10 è questa la scusa. Non è sempre fruttuoso, non è sempre economico, ma è molto molto molto divertente.

Ecco perché nelle ultime settimane ho passato un weekend alla guida di una Mercedes Classe S. Come spesso accade quando si tratta di Mercedes, la Classe S è all’origine della berlina di lusso di alta gamma lunga otto miglia.

Quest’auto è concettualmente diversa da quasi tutte le altre perché chi è alla guida della Classe S raramente ne è il proprietario, i prezzi di listino partono da circa 80.000 euro eppure chi è al volante, di solito, farebbe fatica a pagare le rate della Classe A da 25.000 euro.
Il sedile di guida è anche il posto peggiore per godersela. La posizione e la regolazione dei sedili, il sistema d’intrattenimento, il cambio, il motore, tutto quanto. Ogni singolo dettaglio evidenzia in maniera palese che quest’auto è stata pensata per un businessman o per un vip che è destinato a sedersi sul sedile posteriore e per un autista che è destinato a sedersi, povero lui, sul sedile di guida.
Sia chiaro, è un’auto grandiosa. Come qualità ingegneristica, come “macchina”, è lo stato dell’arte. Il punto di partenza per chiunque voglia costruire un’ammiraglia.

Ma, come quasi tutte le Mercedes (AMG a parte) non ha anima.

Generalmente trovo una conclusione d’effetto per le mie prove, o qualche metafora stupida con base calcistica ma per la S…

mettiamola così, quest’auto è seriamente eccellente. E’ davvero un’ottima ma è proprio questo il punto.

E’ e rimane solo questo.

Una macchina.

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