
Cosa avevano in mente quei ‘cinquantunochilometriorariègiàillegalemalearmino’ che il resto del mondo chiama svizzeri?
A un evento auto ti aspetti di arrivare in auto, parcheggiare, entrare e basta.
Quello che gli svizzeri hanno fatto è diverso.
Si arriva a Ginevra dove un tipo col giubbotto catarifrangente ti dirige verso un altro uomo col giubbotto catarifrangente che a sua volta ti dirige verso un poliziotto che ti dirige verso il prossimo gendarme, a questo punto ormai siete arrivati a Berna, dove una ragazza bionda vi dirige verso un altro tizio che vi indica di parcheggiare.
Ormai siete arrivati in Belgio.
Pagate il parcheggio, 20 dannati franchi svizzeri, valuta che fra l’altro sembra fatta di carta velina, e poi la tizia bionda vi fa camminare verso la fermata dell’autobus dove passa la navetta che vi porta all’entrata del Salone Internazionale dell’auto (parole chiave) di Ginevra.

Occorre specificare che stiamo parlando di un paese dove eccedere il limite di velocità anche solo di un km/h significa quasi certamente prigione.
Un paese dove è illegale e immorale parcheggiare fuori dalle zone adibite ad uso di parcheggio ma dove è perfettamente legale possedere armi di ogni genere.
In Svizzera esistono circa ben oltre 50 armi ogni 100 abitanti, il terzo paese al mondo in questa controversa classifica dopo USA e Yemen, il primo in Europa staccando di parecchio tutti gli altri paesi.
Certamente la varietà di espositori è stata notevole visto che oltre ai soliti noti erano presenti marchi da veri malati di mente dell’auto come noi (Morgan, Apollo, Gemballa, Koenigsegg, per dirne alcuni).
E c’era anche la Pagani Huayra.
