Devo essere onesto, la situazione non era partita nel migliore dei modi.
Il primo problema si presenta dal momento in cui dici, a voce alta, con una faccia seria e mentre altre persone ascoltano, “oggi guido la Porsche Cayenne Diesel”.
E’ un ossimoro in termini. Porsche Diesel. E’ come la birra analcolica, lo zucchero dietetico e il caffè decaffeinato.
Non ha senso.
Eccetto che, ovviamente, senso ne ha eccome. Perchè siccome il Signor Mario M. ha deciso che dobbiamo diventare poveri, anche se ti chiami, che so, Flavio o Arnagildo e puoi permetterti una Porsche 911 GT3 RS, l’RS sarà meglio che la parcheggi comodamente nel garage del tuo chalet in Svizzera o, meglio ancora, nella tua casa a Monaco e poi vai in giro con la tua jeep diesel.
Ecco perchè ha senso, perchè anche se è una Cayenne da quasi 100.000 euro è pur sempre una jeep diesel.
Non vorrei offendere i “Porscheristi” più affezionati ma tenete presente che l’idiotico super bollo considera auto di lusso Renault Laguna e Volvo V60 ma non Bmw Serie 7. Se non ci credete, studiatevi un listino.
Quindi, questo vuol dire che cilindrata e potenza della Cayenne Diesel rimangono fuori dal radar del fisco.
La prima cosa che si nota della nuova Cayenne è l’aspetto. La vecchia Cayenne era inguardabile ma la nuova non è meno elegante o bella da vedere di una Range Rover. E quando si tratta di grossi suv non c’è complimento migliore. Poi si passa alla guida.
La Porsche Cayenne ha ottime qualità dinamiche.
Non ottime qualità dinamiche PER ESSERE UN SUV, attenzione. Ha ottime qualità dinamiche, PUNTO.
Ma questa non è la fine della storia, perchè non voglio parlare di Cayenne ma di Porsche. Del marchio in generale.
Non ho mai avuto molta simpatia con la casa tedesca, l’ho sempre considerata un po’ come la Apple nella telefonia e Gucci per le sneakers costose. Qualcosa che si compra a nome senza guardare oltre.
Questo lo pensavo perchè prima di aver guidato la Cayenne non avevo mai avuto a che fare con la Porsche. Dopo aver testato in pochi giorni Cayenne, Boxster e 911 posso ammettere candidamente che mi sbagliavo.
C’è una ragione ben precisa per cui chi compra Porsche sceglie Porsche e successivamente non cambia mai.
Non ha a che fare con quanti prodotti Apple hai in casa, nè col fatto che quasi tutti i Porscheristi che conosco indossano l’orologio (sempre molto vistoso) a destra. Non è il marchio, nè la testardaggine di Porsche nel costruire, da sempre, auto col motore posteriore.
E’ la qualità.
Altre auto sono velocissime, altre auto raggiungono i 100 km/h da fermo in meno di 4 secondi e superano i 300 orari.
Porsche con la 911 fa altrettanto con un motore più piccolo rispetto alle rivali e con consumi migliori.
Altre suv sono sportive e comode e lussuose insieme, ma è stata Porsche la prima con la Cayenne. Prima di allora se volevi un suv di lusso le alternative erano la Range Rover (per niente sportiva) e….ahem…direi basta.
E per la Boxster? In qualità di enorme fan delle decappottabili posso dire tranquillamente che qualunque auto spider (con l’unica eccezione della Lotus Elise che è comunque un’auto concettualmente molto diversa), per quanto divertente da guidare, superati certi limiti provoca la costante sensazione di essere in procinto di cadere a pezzi. La Boxster a Imola dopo giorni di maltrattamenti era ancora precisa, veloce, sicura.
Ha senso comprare una Porsche.
In quanto a emozioni ogni auto (tra quelle “umane” e quindi diciamo non oltre i 250.000 euro) che guido mi ricorda che niente, almeno per i miei gusti, è apparentemente in grado di superare l’SLS Amg.
Ma se l’unica crisi che vi riguarda da vicino è quella che vi prende quando in frigo manca la birra e cercate la miglior auto possibile al minor prezzo possibile con la miglior qualità possibile, come dicono gli inglesi:
look no further. Buy a Porsche.
un ringraziamento a Porsche Italia, al Sig. Marco Raveggi, Direttore Vendite del Centro Porsche Firenze e all’organizzazione del circuito di Imola
Una risposta a "Porsche Fidelizza"