Arrivederci, Mazda RX-8!

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Come molti altri ragazzi della mia età sono cresciuto guardando Fast & Furious e giocando a Need For Speed. Questo ha influenzato i miei, e non solo i miei, gusti in fatto di auto. Quando uscivamo dalla sala, dopo aver visto Fast and Furious 1, 2 oppure Tokyo Drift, la nostra mente non ragionava e non pensava: turbocompressava.

Il modo migliore per guidare intorno alla rotonda in uscita dal cinema sembrava quello di affrontarla in derapata. Ma quando il primo Fast and Furious uscì, ben 9 anni fa, io, così come molti dei miei amici, avevo solo 14 anni.

Quei film ci hanno fatto innamorare delle auto giapponesi. Mitsubishi Evo, Nissan Skyline, Nissan 350Z e soprattutto, almeno nel mio caso, Mazda RX-8. Beh, adesso di anni ne ho 23. Periodicamente mi vengono affidate, per periodi di tempo più o meno brevi, le chiavi di varie auto da guidare e qualche tempo fa ho guidato proprio la RX-8.

Sono spiacente nel dire che, almeno per la mia esperienza, vale la regola: NEVER MEET YOUR HEROES.

Non incontrare mai i tuoi eroi. Se dovessi fare una classifica delle auto più o meno irrangiungibili che vorrei guidare (la Ferrari F40 è al primo posto) allora no, la Mazda RX-8 non compare. Ma se dovessi stilare una lista delle auto “possibili” che vorrei guidare allora la Mazda RX-8 c’è. Anzi c’era. L’ho guidata e m’è piaciuta, però non è stata all’altezza delle (altissime) aspettative che avevo.

Il giorno in cui l’ho presa in consegna era un giorno caldo. Quasi eccessivamente caldo visto che il cielo era grigio e il sole sembrava essere in vacanza.

Esteticamente, per quanto affascinante, non posso dire che sia bella. E’ tutto molto confuso, ci sono linee morbide accostate a tagli netti, curve e angoli duri, certo trovo infinitamente attraenti le porte che si aprono controvento ma per il resto è strana. Si fa guardare e ha un certo carattere, ma di sicuro non la definirei bella. Per me è come Nathalie Kelley (Neela in Tokyo Drift, per rimanere in tema) la guardi, ti piace, vorresti…ma sai bene che ha un viso pieno di caratteristiche, come ad esempio la mascella alla Ridge, che in una donna non vanno bene.

A bordo le cose migliorano, alla Mazda sono riusciti a mettere insieme le caratteristiche che tutte le auto come si deve dovrebbero avere: eleganza, sportività e qualità. Non ci sono scricchiolii, le plastiche sono tutte piacevoli sia all’occhio che al tatto, la dotazione di serie è completa, i sedili sono comodi ma contenitivi e lo spazio è più che accettabile.

Ma questa è un’auto. E le auto vanno prima di tutto guidate. Metto in moto e non sembra succedere granchè. Sono all’antica, continuo a rifiutarmi quasi per principio (quando posso) di guidare auto diesel perchè amo il momento in cui si gira la chiave o si preme un tasto con su scritto ENGINE START e il motore prende vita. Amo la scossa elettrica e le vibrazioni che si percepiscono quando si accende il propulsore e si sente il rombo. E non sto parlando metaforicamente o poeticamente. Parlo di qualcosa di fisico e tangibile. Provate a mettere in moto una Lotus Elise per rendervi conto di cosa sto dicendo. Comunque mi dispiace dover dire che con la RX-8 niente di tutto questo succede. Metterla in moto è come mettere in moto una Panda. Si accende, fa un po’ di rumore. Tutto qua. Un po’ poco per chi sognava di affrontare i curvoni autostradali a 130 all’ora in derapata.

In strada è molto docile e morbida. Assorbe bene le buche e non sobbalza mai. Arrivo alla prima rotonda e mi accorgo subito che lo sterzo è sportivo. E’ servoassistito ma solo fino a un certo punto. Bene.

Esco dalla rotonda a circa 50 km/h e accelero. Non succede niente. Eppure il piede schiaccia il pedale fino in fondo. Dopo pochi metri guardo il tachimetro e segna 130 km/h. Notevole ma né il mio cuore né la mia schiena hanno registrato niente. Quando guido una Mercedes oppure un’Audi mi aspetto imponenza e fluidità e va bene ma con una sportiva con trazione posteriore e 231 cavalli mi aspettavo altro. 

E invece no. La Mazda acquista velocità in fretta e senza fatica. Il tachimetro segna numeri che si affollano, il motore spinge fino a 9.000 giri prima che il limitatore suggerisca il cambio di marcia ma non ci se ne accorge. Per divertirsi è importante il calcio nella schiena a ogni pestata di acceleratore, la botta in avanti, non quello che dice il tachimetro. Nemmeno il cambio mi convince, è un po’ troppo duro negli innesti.

Come macina-chilometri non è niente male, però. In men che non si dica sono arrivato ai confini della città. Niente più traffico e semafori. Niente rotonde. E’ ora di mostrarle un po’ di curve e come dicono gli inglesi: “see what’s what”. Cosa è cosa: ovvero di che pasta è fatta. Di una buona pasta per quanto mi riguarda.

S’inserisce in curva praticamente da sola. Non balbetta, non esita, non indugia. Più aumenta la velocità più lo sterzo è preciso, il rollio è controllato, è stabile. E’ facile da guidare divertendosi. Inizio a prenderci gusto.

E poi devo fermarmi a fare il pieno.

La RX-8 è dotata di un 1,3 litri Wankel, motore a pistoni triangolari rotativi, da 231 cv. Tutto molto bello. Tutto molto figo, soprattutto la parola “WANKEL”. Ma il consumo è elevato.

Di solito arrivati a questo punto si tirano le somme e si deve dare un giudizio, ma io non saprei.

Non è particolarmente economica, nè parca nei consumi, nè particolarmente veloce. Nè sensata. E a guardarla non è nemmeno canonicamente e oggettivamente bella. E il cambio non è un granchè. Per questo credo proprio che a breve la guiderò di nuovo.

Giusto per esserne sicuro…

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