Dacia è il nome di (parte della) terra che oggi chiamiamo Romania. Ed è anche un brand che era morto, sepolto, dimenticato, che Renault ha sapientemente saputo riportare in auge a partire dalla metà degli anni 2000.
Due cose hanno contribuito alla crescita del brand Dacia, la sapienza di Renault, e l’ossessione degli appassionati di auto che lo hanno trasformato in brand di culto per via di James May e Top Gear.
La prima ‘vera’ Dacia acquistabile, nel senso che la si poteva acquistare senza vergognarsene più di tanto, è stata la Duster.
Uno dei nostri autori l’ha guidata nel 2010 ed era esattamente come la si aspettava. Rozza, grezza, semplice, economica, di plastica.


Per anni, l’assenza di una vera e proprio identità del marchio ERA l’identità del marchio Dacia. Solo che poi Renault se n’è accorta, e ha deciso di trasformare la non identità in identità.
Oggi Dacia ha poco in comune con le Dacia di quindici, dieci o anche cinque anni fa.
Prendete la nuova Duster: è mediamente sofisticata.
L’ibrido GPL benzina c’è ancora, ma c’è anche la mild hybrid 1,2 litri, che abbina al propulsore a benzina un piccolo motorino da 48 volt (a una batteria da 0,9 kWh) che assiste in alcune operazioni tipo la messa in moto.
Poi c’è la hybrid vera e propria, la Hybrid 140.
La 140 offre 140 cavalli, appunto, 93 dei quali arrivano dal propulsore a benzina a gli altri 47 arrivano dal motore elettrico alimentato da una batteria di 1,2 kWh.
Secondo Dacia, basta per guidare in elettrico l’80 percento del tempo in città.
Molto sofisticata. Ma Dacia non era niente di tutto ciò. E ad alcuni non va giù.

Anche gli interni sono anni luce avanti rispetto la prima serie. Era brutta, plasticosa, rumorosa. Il cruscotto e i tasti e le maniglie erano una sinfonia di *stank* e *clonk* e *tunc*. Tutta una serie di rumori che ti facevano capire che l’auto costava poco.
La nuova Duster ha interni in finta pelle, cruscotto digitale, un display degno di tal nome. Certo, è quello che il mercato vuole. Su questo ci sono zero dubbi. Senza display così, le auto non le vendi. C’è poco da fare.
Poi c’è il logo. Molto longilineo e moderno. Pure troppo, direbbe qualcuno.

Alla fine dei conti, come sempre, il vero problema è il prezzo.
Duster non è più così economica, in parte perché niente (sob) di questi giorni lo è, ma anche per scelta.
La Duster 2023 costa €18.800 GPL e €17.750 a benzina. La Duster 2024 costa €19.700 GPL e parte da €22.900 a benzina.
Sono un po’ troppi soldi per una Dacia.
