Dacia Duster (1° serie)_in Romania

Tra i tanti, il merito principale della Duster e’ il tempismo. E’ arrivata sul mercato nel 2010, nel pieno della SUV-mania che ha colpito il mondo auto piu’ o meno nel 2003, con la commercializzazione della Porsche Cayenne 1′ serie. Ma il 2010 e’ stato anche il secondo anno solare immediatamente successivo al collasso finanziario del 2008. Quando il mercato mondiale (in particolar modo occidentale) si e’ svegliato una mattina con le tasche vuote.

La Duster si e’ buttata nella mischia e il risultato e’ stato inevitabile: ne hanno vendute (e ne stanno vendendo) a pacchi.

Un’auto semplice, senza fronzoli, senza paura o ambizione. Pratica, affidabile, solida e ben fatta. Un’auto dichiaratamente priva di “statement”. Nessun marchio di fabbrica. Una mancanza di marchio di fabbrica che e’, di fatto, diventato il suo marchio di fabbrica.

La recessione Europea ha avuto il merito di aver parzialmente riportato in auge sobrieta’ e buon gusto. Niente eccessi, grazie, siamo poveri. I Rolex d’oro son stati venduti per far posto ai Casio in gomma, lo Champagne lasciato sullo scaffale in favore di birra artigianale e ci siamo scoperti, alcuni di noi se non altro, piu’ leggeri nel possedere meno. La Duster incarna questo spirito. Dust vuol dire “polvere” e Duster e’ il panno per pulire la polvere. Il nome dell’auto e’ scritto a caratteri cubitali sul portellone, il che la dice lunga sull’onesta’ intellettuale di quest’auto.

I motori (4 diesel, 2 benzina e 1 gpl) sono tutti Renault. Tutti robusti e con potenza limitata. Per la versione che ho guidato (1,6 l benzina, 4 x 4) Dacia dichiara 0-100 in 12,8 secondi ma in realta’ sembra metterci 12,8 mesi. La velocita’ massima di 160 e’ raggiungibile ma solo se si e’ temerari e si amano le vibrazioni. Ma rimane un’auto piacevole, e molto, molto economica.

Il nome Dacia deriva dall’eponima storica regione tra i Carpazi, il Mar Nero e i Balcani, ovvero quella che oggi e’ la Romania (storicamente la zona inglobava in piccola parte anche la Moldavia, Ucraina, Serbia, Bulgaria e Ungheria). Il marchio ha sede a Arges, in Romania, ma dal 1999 fa parte del gruppo Renault.

Dopo varie eroine della classe lavoratrice dell’era Comunista come la Nova, la 1300 e la 1100 (guidata personalmente da Nicolae Ceaușescu in una dimostrazione pubblica alla fine degli anni 60), Dacia ha iniziato a costruire semplici, basiche e super-economiche utilitarie come la Logan e la Sandero fino ad arrivare alla presentazione (nel 2009 come concept) della Duster al Motor Show di Genovra. Dal 2010 ad oggi, Duster e’ diventata la regina del mercato per Renault.

Un vecchio adagio dice che il vero lusso e’ poter scegliere e la Duster si e’ evoluta in una scelta anche per chi ha il portafogli piu’ largo. C’e’ chi si riempie di debiti per pagare SUV in nome dello status symbol e c’e’ chi trova il proprio status symbol nel non averne alcuno. E compra una Duster. Senza indebitarsi e con un unico assegno. Non sarei sorpreso se i dati ufficiali su prestiti e acquisti auto mi dessero ragione.

duster 1


testo e foto: A Renesis

articolo precedentemente pubblicato su Drive Tribe

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