Personalità da tenere d’occhio per il 2026: Mira Murati e la sua startup IA da 0 a 12 miliardi


Esattamente un anno fa Mira Murati non era in nessun radar.

Non se ne parlava, la sua startup sull’intelligenza artificiale non esisteva, e solo chi era ‘addentro’ alle questioni relative all’intelligenza artificiale sapeva chi fosse.

L’allora ex direttore tecnico di OpenAI, braccio destro di Sam Altman, volava basso, ma questo sarebbe cambiato a breve.

Nel giro di meno di 12 mesi, Murati, originariamente albanese ma anche cittadina americana, ha messo in piedi una startup – Thinking Machines Lab (TML) – che aveva già raggiunto una valutazione stratosferica ‘sulla fiducia’.

E questo prima ancora di aver svelato un prodotto o un servizio.

Appena varcata la metà del 2025, TML già valeva 12 miliardi, con investimenti provenienti da ogni lato, inclusa l’Albania.

E adesso punta ai 50 miliardi di valutazione, che certamente arriveranno.



Certo ci sono stati anche intoppi.

Qualche tempo fa, ad esempio, Murati ha perso una figura chiave che ha ceduto alle lusinghe (miliardarie) di Mark Zuckerberg.

Ma se mettiamo i momenti bui con quelli luminosi sulla bilancia, il bilancio – perdonate il gioco di parole – è chiarissimo.

Dopo aver messo su un dream team a forza di stipendi d’oro, e dopo essere stata inserita nella top 50 di Forbes, Murati ha finalmente svelato il primo prodotto della propria startup: Tinker.

A differenza di ChatGPT, Gemini, Grok e così via, Tinker non è un prodotto pensato per il pubblico – ovvero noi – ma pensato per migliorare e aiutare il lavoro interno.


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