L’incredibile storia di Fisker: il marchio che fallisce e si rifiuta di ‘morire’


La storia del marchio Fisker ha dell’incredibile. Come un acquirente che continua a comprare iPhone da un negozio di dubbie origine e non demorde mai, nemmeno quando l’iPhone ordinato non arriva mai.


Fisker nasce come Fisker Automotive nel 2007, un marchio elettrico che vuol competere con Tesla con un modello, Karma, che si presenta con un design accattivante, ma pochissima sostanza.

Fu Musk stesso, in un’intervista del 2012, a spiegare il motivo per cui Fisker non poteva funzionare, e a prevederne il fallimento.



“Tesla e Fisker sono diverse. Per noi conta la tecnologia e la parte ingegneristica. Henrik Fisker [fondatore di Fisker, ndr] si preoccupa solo del design,” diceva Musk.

Henrik Fisker è infatti un progettista e designer, e non è un caso se il design rimane, ad oggi, una delle pochissime qualità riconosciute a Fisker Karma.


Nel 2014, Fisker Automotive fu costretta a dichiarare bancarotta, e alcuni elementi del brand vennero acquisiti da un’azienda cinese, che rilanciò Fisker, stavolta come Karma Automotive, licenziando Henrik Fisker da qualsiasi ruolo manageriale e riassumendolo come una sorta di designer freelance.



Ma, a quanto pare, questo a Fisker non poteva bastare e, nel 2016, il nostro fondò un nuovo brand, stavola chiamato Fisker Inc., che debuttò sul mercato azionario nel 2020.

Quattro anni dopo, ancora una volta, Fisker dichiara fallimento.


È una storia tragicomica. Ma siamo certi che, fra qualche mese o qualche anno, Fisker ci riproverà di nuovo, salvo ad andare in bancarotta ancora una volta.

D’altronde, come sappiamo, non c’è due senza tre.


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