“Siamo realisti”, secondo Toyota il mondo non è pronto per le elettriche


Il marchio Toyota è diventato un po’ il portabandiera della ‘resistenza’ alle elettriche.


Nonostante l’enorme pressione da parte delle istituzioni e del mercato, tale da portare Akio Toyoda a dimettersi dalla carica di a.d.

Toyoda è adesso è ‘solo’ presidente, che a dispetto del nome conta meno che essere amministratore delegato.


La battaglia elettriche contro motore a combustione, non sarà sfuggito a nessuno, si è quasi da subito trasformata in politica e ideologica, più che tecnica e tecnologica.



Quando si tratta qualcosa di serio come una questione ideologica si sbaglia sempre. Perché da un lato c’è chi batte la grancassa dell’elettrica, ignorando, minimizzando o negando i problemi (che non sono pochi) che porta, e dall’altro c’è chi fa esattamente lo stesso per il motore a combustione interna.


Toyota è stata tra le prime a portare le auto ‘green’ sul mercato con la Prius, e da quasi trent’anni si specializza nell’ibrido che, a differenza dell’elettrico, non presenta problemi di redditività.

Proprio grazie ai profitti dell’ibrido e alle vendite, ricordiamo che Toyota mette ogni anno almeno due auto tra le dieci più vendute al mondo (Corolla e Rav4, di solito), il marchio giapponese sta sviluppando, seppur con poca convinzione, le elettriche, tipo la bZ4x qui sotto.



In un’intervista con Cars Guide Australia, Sean Hanley, Vice Presidente Vendite per Toyota Australia, ha chiarito la posizione del brand sull’elettrico.

“Non siamo contrari. Lavoriamo per produrre elettriche che siano fatte bene ma anche desiderabili sul mercato,” ha detto Hanley.

“[Però] siamo anche realisti. Abbiamo una posizione realista e onesta verso il mercato e il ruolo delle EV sul mercato.”


Un bel primo passo, magari fosse possibile, sarebbe possibile se solo riuscissimo a spiegare vantaggi e svantaggi, senza ideologia.


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