Anche Lotus fa retromarcia: Emira rimane in produzione (e la forza lavoro cala del 40 percento)


La scommessa tutta elettrica di Lotus non sta pagando.

Il brand storico inglese noto per le sportive semplici e leggere aveva provato a reinventarsi come costruttore a tutto tondo con SUV e berline in gamma, tutte elettriche, ma l’azzardo non ha pagato.

Le auto non si vendono, tanto da aver convinto Lotus a tenere Emira – tecnicamente l’ultima a combustione – in produzione oltre il 2027.

Soprattutto, ci sono cattive notizie per i 1.300 dipendenti perché circa il 40 percento di loro, 550, andranno a casa.



I motivi dietro alla crisi

Lotus non vende, siamo a 1.274 unità nel primo trimestre, ovvero -42% rispetto all’anno scorso – e il motivo è francamente abbastanza comprensibile e deducibile: non c’è ragione per comprare l’ennesimo SUV elettrico che però costa tantissimo solo perché si chiama Lotus.

O almeno così sembra pensarla il mercato.

Tanto da convincere Lotus a fare due mosse significative (oltre ai licenziamenti).



La prima, a breve arriverà un’ibrida plug-in, forse su base Eletre (sopra).

Mentre la seconda riguarda Emira.

Attualmente disponibile con 4 cilindri turbo 2.0 di derivazione AMG oppure V6 3.5 fatto da Toyota, entrambi questi motori a breve diventeranno ‘illegali’ in Unione Europea, e Lotus ha quindi deciso di crearne uno nuovo, ibrido, anche se per il momento non sappiamo altro.

Sappiamo però che Emira continuerà a vivere oltre il 2027.


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