
A margine di un’intervista con il Telegraph, Jeremy Clarkson ha anche parlato di un aspetto del suo lavoro di cui si parla molto meno, ovvero la sua rubrica sul Times.
Clarkson scrive per il Sunday Times (e non solo il Times) da ormai due decenni, praticamente una a settimana, e parlando con il Telegraph, ha svelato quelle di cui si ‘è pentito’.

Curiosamente, ma forse in maniera non sorprendente se consideriamo la persona di cui stiamo parlando, per Clarkson la priorità rimane la prosa, non il contenuto.
Tradotto, gli importa poco se l’articolo risulti controverso o meno purché sia scritto bene.
“A volte ho pensato, ‘Oh Dio’, ma alla fine quelle di cui mi pento di più sono quelle scritte male. A volte le parole non ti vengono, oppure le frasi vengono fuori un po’ sconnesse,” ha detto Clarkson.
Clarkson ha anche sottolineato di non ritenere il suo ruolo importante, e di conseguenza di non dover pesare troppo le parole.
“Se sei il re del mondo quel che dici conta. Ma se sei un articolista di un paese che è una specie di sasso nel mare, allora non importa,” ha chiosato Clarkson.
