Cala il sipario sul Salone di Ginevra


Il Salone di Ginevra è defunto. Gli organizzatori hanno cancellato l’edizione del 2025, si tratta della quinta cancellazione su sei possibili edizioni dal 2019.

Hanno parlato di ‘sospensione a tempo indeterminato’.

Ma quella è una frase di circostanza da dare in pasto ai comunicati stampa. Il Salone non è sospeso, è morto. Andato. Difficilmente si svolgerà nuovamente in futuro, a meno di un radicale cambio di rotta.


Nel 2020, il Salone di Ginevra venne cancellato a pochi giorni di distanza dall’inaugurazione a causa della pandemia. Con tutte le scusanti del caso, la cancellazione venne mal gestita, e fece indispettire i produttori, che già allora avevano annusato nell’aria una crisi globale dei saloni auto che poi si è infatti verificata.



Le edizioni del 2021, 2022 e 2023 vennero cancellate. L’edizione 2024 si è svolta, con un numero talmente ridotto di marchi presenti da rendere lo svolgimento del Salone controproducente. Veniva da chiedersi se avesse ancora senso.

Il Salone è vittima di una serie di circostanze, ma anche di se stesso.


Prima di tutto dobbiamo capire, o accettare, che l’auto non è più un’auto. L’auto è software. E non si tratta solamente di elettrico o non elettrico, è semplicemente cambiato il paradigma.

Oggi il motore, anche se termico, ha pochissimo di meccanico e moltissimo di elettronico. Non è un caso che molti produttori scelgano eventi il CES, la Fiera dell’Elettronica, per svelare novità.

Tra l’altro va sottolineato come il CES abbia dato una botta pesante al Salone di Detroit. Entrambi si svolgevano nel mese di Gennaio, e gli organizzatori del salone di Detroit hanno capito che era una battaglia persa, e lo hanno spostato a settembre non soffrire la competizione del CES.


Poi ci sono marchi che hanno semplicemente detto ‘basta’, e non partecipano più ai saloni auto, salvo rarissime eccezioni. Fra questi annoveriamo brand di ogni rango, da Volvo e Rolls-Royce, che ha iniziato a esporre le proprie vetture alle fiere di imbarcazioni o velivoli.



Ginevra, nonostante si trovi quasi letteralmente in mezzo all’Europa, è incredibilmente scomoda da raggiungere.

Questo vale per gli operatori del settore e vale anche per la logistica. Inoltre, non sfarà sfuggito ai più, la Svizzera è cara. E questo non significa solo pagare un caffè quattro o cinque euro, ma significa che esporre al Salone di Ginevra costava milioni.

E a che pro?

Il Salone non ha saputo intercettare i segnali che anticipavano un cambio di rotta, non ha saputo adattarsi a un mondo auto in evoluzione molto rapida e molto netta.

Peccato.


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