Il brand Lotus ‘merita’ ancora il proprio nome?


Geely, proprietaria di Lotus (e Volvo), ha capito che il brand di Hethel, così com’era, non aveva futuro.


Lotus è un brand iconico, caro agli appassionati e che ha, o forse dovremmo dire aveva, la propria identità nelle prestazioni tramite la leggerezza.


“Aggiungi leggerezza e semplifica,” diceva il fondatore Colin Chapman.



Il problema è che questa formula, estremizzata quasi all’esasperazione, non ha aiutato Lotus nella transizione nel 21esimo secolo.

Geely ha rilevato Lotus dalla malese Proton nel 2017, e ha capito che continuare su questa strada, con numeri di vendita scarni, avrebbe portato all’inevitabile tracollo finale.


Geely ha messo un punto ed è andata a capo con un cambio drastico. Basta sportive ridotte all’osso, transizione dal propulsore al benzina all’elettrica saltando interamente la fase ibrida, e via alla produzione di auto più pesanti, inclusi SUV.

Quindi la domanda è, il marchio Lotus ‘merita’ ancora il proprio nome?



Occorre partire da una premessa che a molti, forse, non farà piacere.


La scelta non è stata coraggiosa, è stata inevitabile. Nessun brand può sopravvivere in quelle condizioni, a meno che non venda 10 auto ogni anno con prezzi a sei zeri.

Per il nuovo corso, Lotus ha dovuto rinunciare a tre integralismi.


Oggi Wikipedia definisce Lotus un brand per “auto ad alte prestazioni”, che però adesso arrivano dalla potenza pura, e non più dalla leggerezza.

Lotus, che una volta faceva solamente coupe e roadster leggere, oggi fa berline e SUV.



A livello d’identità rimangono il logo, la tonalità gialla usata come colore rappresentativo e questa curiosa ossessione per i nomi che iniziano con la lettera ‘E’.


Al momento abbiamo Lotus Emira, l’ultima a benzina, il SUV Eletre e la berlina Emeya, oltre alla hypercar da oltre 2.000 cavalli Evija.


L’idea di Lotus è competere con Porsche, e con alcuni modelli Mercedes e BMW, e, negli Stati Uniti, brand come Lucid o Rivian.


Funzionerà? Alla fine faranno fede i numeri di vendita. Come sempre, ahinoi.