
Breve e concisa cronistoria di Nikola Motor, conosciuta anche come Nikola Corporation.
Tra il 2019 e il 2020, Nikola, chiamata così in onore di Nikola Tesla, pubblicizzò all’infinito un potenziale pick up elettrico.

Come prevedibile, il pick up di Nikola veniva raccontato come il migliore di tutti.
Centomilamilioni di chilometri di autonomia, capacità di trainare un Boeing e via dicendo.
Peccato che fosse tutto inventato. Letteralmente. Il pick up non esisteva nemmeno, e successivamente, si scoprì che il pick up usato per il video promozionale era fondamentalmente uno scheletro vuoto trainato da cavi invisibili.
Roba da mandare qualcuno in galera per un bel po’, che infatti è esattamente quel che successe.
Il fatto più grave, giuridicamente parlando, è che il fondatore e allora AD di Nikola, Trevor Milton, utilizzò l’esaltazione del pick up per esordire sul mercato azionario col brand Nikola.
Poi, quando le azioni, che ovviamente Milton deteneva in gran quantità, arrivarono a un picco, Milton guadagnò una valanga di soldi vendendo tutto.
Questo è ovviamente illegale per una lunga lista di motivi, e Milton è stato beccato e messo in gabbia.
Eppure, incredibile ma vero, il marchio non è morto. Anzi.
I vertici di Nikola utilizzarono Milton come capro espiatorio di tutto. Un messaggio tipo: “vedete, lui è un criminale ma il marchio esiste davvero e noi siamo solo vittime”.
Dopo qualche vago (e vano tentativo) di reintrodurre vari progetti improbabili, incluso un camion, Nikola è tornata in auge con un canale YouTube gestito da un amico del condannato Milton.
Il fulcro del primo video è chiaro. Il senso è, Nikola esiste, e i pick up esistono e sono reali.
Aspettiamo con ansia la serie Netflix su questa storia, e per quanto riguarda un potenziale esordio sul mercato del pick up, be’, per ragioni particolarmente evidenti, rimarremo un po’ scettici fino a prova contraria.

2 risposte a "Il marchio costato la galera al proprio fondatore torna sul mercato con una strategia assurda"