
Il Cybertruck continua a far parlare di sé. Venne annunciato per la prima volta nel 2019 e poi rimandato almeno quattro volte per, in quest’ordine, pandemia, crisi dei chip semi-conduttori e generica attitudine di Tesla a rimandare gli appuntamenti.
Voluto o meno, il constante ritardo del Cybertruck è servito solamente ad aumentarne l’attesa.
Circa un anno fa, Musk annunciò che il Cybertruck sarebbe stato disponibile entro la fine dell’anno, il che poi è successo davvero, e se ne parla da allora.

Il Cybertruck è anche un’ottima dimostrazione di come il mantra “bene o male purché se ne parli”, a volte, funzioni.
L’ultima lamentela riguarda la carrozzeria, tecnicamente realizzata in acciaio inossidabile, che invece si ossida eccome, e si arrugginisce.
Sui vari forum online per possessori di Cybertruck sono apparse immagini di macchie qui e là che a quanto pare sono dovute alla ruggine.
Non male per un’auto che parte da circa $70.000 e arriva a costare anche sei cifre.
Tesla ha detto di aver sviluppato una tipologia di acciaio espressamente realizzato per questo veicolo. Però, occorre sottolinearlo, l’azienda stessa ricorda di “rimuovere immediatamente sostanza corrosive (grasso, olio, resina, insetti, sale, etc) dalla carrozzeria”.
Queste le parole testuali dal manuale Cybertruck.

La buona notizia, se vogliamo metterla così, è che questo problema da noi non si presenterà.
Il Cybertruck, disponibile in Nord America e a breve in Cina, non sarà venduto (per ora, ma probabilmente mai) in Europa.
Buona o brutta notizia, questo lasciamo deciderlo a voi.

Una risposta a "Cybertruck crea grattacapi per un difetto di fabbrica che in teoria dovrebbe essere impossibile"