
Tesla aveva promesso di diventare la prima casa a offrire un’auto totalmente autonoma nel 2018, ma la promessa non è stata del tutto mantenuta.
E menomale, direbbe qualcuno.
Tesla ha lanciato Auto Pilot da anni, e di recente ha iniziato a testare la versione FSD (full self driving), grazia alla quale, in teoria, sarà possibile guidare da A a B senza interazione con il volante. Ma non è vero. Ha comunque dei limiti, e richiede comunque l’attenzione del guidatore.
Si parla di auto autonome da decenni, e se ne parla come dovessero arrivare domani da almeno cinque anni. Ma quel momento non arriva mai.
C’è molta politica, e altrettanta propaganda, ma alla fine la questione è tecnica, e legislativa. E soprattutto, ha a che fare con la realtà in cui viviamo che, non si capisce come mai, viene regolarmente ignorata.
Il Victoria Transport Policy Institute, un’organizzazione di ricerca canadese, sostiene che da qui al 2045 le auto autonome diventeranno comuni, nel 2060 addirittura obbligatorie.
Chi batte la grancassa per le autonome usa generalmente due punti di forza. Il primo, inevitabile, inizia per ‘E’ e finisce in ‘Fficienza’. Efficienza. Per evitare traffico e ridurre emissioni.
Il secondo riguarda la sicurezza. Si stima che circa il 90% degli incidenti sia causato da errore umano. Ma questo vale anche per gli aerei. E voi volereste mai su un aereo senza pilota? Appunto.
Uno dei problemi ricorrenti è che chi promuove, finanzia e caldeggia queste soluzioni, si ostina a ignorare che nel mondo siamo 8 miliardi, di cui almeno 6 vivono in zone del mondo dove anche solo proporre auto autonome fa venir da ridere.
Le auto autonome non sono capaci, né ora né certamente domani – domani inteso come i prossimi 20 anni – di attraversare terreni che non siano autostrade o città.
E continuiamo a dimenticare che ci sono paesi totalmente diversi che confinano tra loro. Per esempio la Cina, che certamente è all’avanguardia per quanto riguarda la tecnologia autonoma, confina con l’India.
Buona fortuna a chi ha intenzione di guidare auto autonome in India.
E a proposito questo vale sempre, e su tutto. Se Paese A confina con Paese B, ogni limite per il primo è per forza un limite anche per il secondo.
E c’è una domanda che nessuno pone. Anzi due. La prima, c’è garanzia che se tutti utilizzassimo auto autonome il numero di incidenti scenderebbe a zero?
Letteralmente a zero. Un giorno facciamo incidenti e il giorno dopo non ne facciamo più. E mai più.
Perché se la risposta è no, la domanda successiva è, se due auto autonome fanno un incidente, chi paga? E di chi è la colpa?
Alla fine il problema è sempre lo stesso. C’è la realtà, e poi c’è l’ideologia. Ma l’ideologia non regge mai il confronto con la realtà.
Le auto autonome diventeranno prevalenti, o anche solo diffuse, o anche solo esistenti, quando sarà realisticamente possibile farlo, e per ora non lo è.
