Il paradigma sta lentamente cambiando ma fino a poco tempo fa, ogni conversazione riguardo all’elettrico veniva affrontata partendo da premesse sbagliate. Come mettersi a discutere di cravatte da abbinare quando si indossa una t-shirt.
Le auto elettriche sono una forzatura legislativa, più che una necessità o una volontà. Questa verità sta finalmente emergendo, in parte perche alcuni provano a ripeterlo da dieci anni e soprattutto perché due manager di spicco nel mondo automotive, Akio Toyoda (Toyota) e Carlos Tavares (Stellantis) lo hanno detto a chiare lettere.
Una volta accettata la realtà che le auto elettriche sono il presente, e certamente anche l’immediato futuro, perché i costruttori sono fondalmente obbligati a costruirle per legge, diventa più facile parlare di cosa va e cosa non va.
Cosa va? Prima di tutto le prestazioni. Con poche parti in movimento, e un’alimentazione elettrica anziché meccanica, le auto a batteria offrono il 100% di quel che possono dare appena si schiaccia l’acceleratore. Sia Tesla Model S che Porsche Taycan, per esempio, sono in grado di accelerare da 0 a 100 in 2.4 secondi. Come la Chiron. Ma la Chiron è un‘hypercar estremizzata mentre Taycan e Model S sono berline.
Cosa non va? Da un punto di vista pratico, la risposta breve è: un sacco di cose. Autonomia, infrastruttura, effettiva sostenibilità se si considera l‘intero processo dall‘inizio alla fine, dalla produzione di batterie allo smaltimento. E così via.
Cosa non va da un punto di visto emozionale? Manca il sound. È questo il vero problema delle auto elettriche. La velocità c‘è, le qualità dinamiche miglioranno ma sul sound non c‘è niente da fare. Non c’è e va inventato. E solamente BMW lo ha capito.
Il problema non si pone con SUV, berline, station wagon, city car, veicoli commerciali e per famiglie. Ma il rombo del motore è parte integrante di quello che si prova alla guida di un’auto prestazionale e quando fra 4-5 anni ci ritroveremo a guidare una Porsche 718 elettrica (appena confermata) servirà qualcosa per compensare l’assenza del flat-six. Che per la verità già adesso non esiste più (sulla 718) visto che l’attuale generazione usa un 4 cilindri.
Fino ad oggi nessun brand sembra interessato alla questione. Forse perché non hanno energie e risorse da destinare a qualcosa che sembra triviale, o forse non interessa. A parte Nissan, che ha creato il ‘Canto’ (lo chiamano così) per la Leaf soprattutto per motivi di sicurezza, solo BMW si è posta il problema e sta collaborando con Hans Zimmer, storico compositore di Hollywood, per sviluppare un sound ad hoc pensato per la i4 M.
Non è perfetto ma è meglio di nulla.
Questo articolo è stato precedentemente scritto e pubblicato per Italia News su Drivetribe