In Mille Parole. Il Giallo Deve Sparire.

Credo certamente che sia molto facile scrivere mille parole riguardo ad argomenti che conosci bene o che ti piacciono in particolare. Tanto per fare un esempio ho un amico appassionato di automobili che potrebbe andare avanti e tenervi seduti ad ascoltare, ben oltre le mille parole, solo parlando del V8 da 3,4 litri della Ferrari 348 prodotta dal 1989. Mille parole che diventerebbero centomila se solo gli deste l’opportunità di dilungarsi ulteriormente sulle modifiche fatte alla Ferrari 348 dal 1993 in poi.

Conosco molte persone estremamente prolisse in grado di allungare tranquillamente a un discorso da mille parole un concetto che sarebbe facilmente spiegabile con poche sillabe.

Mia zia, anzi bis-zia per essere precisi, partirebbe dalla scintilla che ha fatto scoppiare la Prima Guerra Mondiale solo per arrivare a spiegarvi che suo figlio cioè mio cugino, anzi bis-cugino ad essere sinceri, ha da poco comprato un appartamento di nuova costruzione. Carino fra l’altro. Avete presente quegli appartamenti di nuova costruzione? Quelli edificati in lungo e non in alto, dicono ci siano delle regolamentazioni edilizie particolari per cui non è più possibile costruire in su.

Ma sto divagando.

Essere verboso ed enfatico forse non fa bene alla chiarezza del pensiero che state cercando di esprimere ma fa certamente bene, anzi benissimo, alla scrittura.

Jeremy Clarkson, giornalista e conduttore di Top Gear è prolisso. James May, anche lui giornalista e presentatore di Top Gear e vari altri programmi sulla BBC è prolisso. A.A. Gill, giornalista e critico culinario inglese, è prolisso.

Avete mai letto un libro del mago dei romanzi di spionaggio Tom Clancy? Ci vogliono cento pagine e circa quattro miliardi di parole solo per arrivare alla fine della descrizione della pistola che Sam Fisher sta impugnando in quel particolare punto della storia.

Se c’è di mezzo un sottomarino? Ah, prendetevi almeno due mesi di ferie perché da quando iniziate la lettura a quando arrivate alla fine della descrizione dettagliata e tecnica del sottomarino saranno caduti e risorti almeno tre o quattro governi tecnici.

Pensate anche al cinema. L’epica frase finale che ha reso celebre Via Col Vento, “francamente me ne infischio”. Ve la ricordate? E’ composta da quattro parole ma la stessa espressione avrebbe potuto essere sintetizzata in due parole più concise e semplici: “problemi tuoi”. Avrebbe avuto lo stesso effetto? Dubito.

Se qualcuno vi chiedesse qual è la canzone più bella della storia della musica scommetto che molti di voi risponderebbero citando pezzi ben oltre i classici quattro minuti e mezzo di durata. All Around The World, il mio pezzo preferito degli Oasis, dura quasi dieci minuti. Wish You Were Here dei Pink Floyd dura 5 minuti e 40 secondi, la versione completa di Another Brick in the Wall sempre dei Pink Floyd? 9 minuti e 8 secondi.

Senza un’interminabile e assurdamente descrittiva, ahem, descrizione (scusate il gioco di parole), anche eccessiva se serve alla causa, nessuna storia sarebbe interessante. Persino le persone interessanti se ne parlate in maniera abbreviata ed essenziale risulterebbero noiose e bolse. E così il magnate Bill Gates, il “papà” del computer che di mestiere fa il programmatore informatico diventerebbe un semplice secchione. Jay Z, probabilmente la figura più imponente ed importante nel mondo del rap odierno è un produttore discografico e musicista hip hop, che suona meglio, molto meglio di “rapper”.

E parliamo di Donald Trump e Conrad Hilton, Steve Wynn e Kirk Kerkorian? Imprenditori edili specializzati nel settore alberghiero e abitativo? Gli ultimi due da soli possiedono mezza Las Vegas. E allora? Sono semplicemente palazzinari.

Pensandoci bene ci sono pochi argomenti che non saprei trattare scrivendo almeno mille parole.

In effetti avevo suggerito, e il titolo di questo pezzo lo conferma, che avrei scritto mille parole sul colore giallo, ne ho già scritte 623 e solo ora l’ho nominato. Ma visto che è di questo che stiamo parlando, del giallo, tanto vale esagerare e abusare della parola: giallo.

Il giallo è probabilmente il peggior color del mondo, il più insensato nella scala dei colori, il più brutto, a prescindere dall’applicazione che ne viene fatta. Pensateci bene, pensateci approfonditamente per un attimo. Niente funziona bene in giallo. I denti non funzionano bene in giallo, i vestiti gialli? E chi siete, Paperino? Persino le luci gialle sanno di vecchio e obsoleto. Meglio un bel blu elettrico o rosso caldo. Un orologio giallo fa ragazzino, una cravatta gialla fa insegnante di religione, nessuno vi prenderebbe sul serio se vi faceste vedere in giro con un paio di scarpe gialle. Il telefono giallo? Ottimo, se volete fare la figura del Nerd che non esce mai di casa per scaricare le APP sul vostro iPhone mentre crackate il vostro iMac ignorando la vostra iFidanzata che magari vorrebbe iDarvela. Faccio solo per iDire, eh…

Anche se entriamo nel mio amatissimo settore di competenza (quale competenza?!), ovvero l’automobile, il giallo semplicemente non c’entra. Ferrari gialla? Trovatemi una sola persona sana di mente che pensi che una Ferrari in giallo sia meglio che in rosso.

No, non vale interpellare i daltonici.

No, neppure Stevie Wonder.

Lamborghini Aventador gialla? Ma per favore, bisogna essere folli per non comprarla arancione. Al limite grigio titanio ma certamente non gialla.

Non riesco a pensare ad una sola auto, con l’unica eccezione fatta forse per la Mini Cooper S 2° serie che sia non dico bella ma almeno accettabile di colore giallo. E la mia auto? Ci sono molte cose che preferirei avere prima di arrivare a decidere di comprare un RX8 gialla. La scabbia per esempio. O la malaria.

Niente da fare, non c’è niente. Non un singolo orpello, non un singolo oggetto di uso quotidiano, non un immobile, non un utensile, non un accessorio, non un capo d’abbigliamento, mezzo di trasporto o contenitore o mobile dell’Ikea che stia bene in giallo.

In effetti l’unica cosa che sta bene in giallo.

E’ lei:

themselves

modella: Irene Vivaldi

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